IL TRAINING AUTOGENO.
Il T.A.
è nipote dell'ipnosi. Fu infatti, Schultz, un esperto ipnotista, ad idearlo.
Egli, si rese conto che quando il paziente era abbastanza esperto di ipnosi
e quindi pronto a praticare l'autoipnosi ( da considerare, quindi, "figlia"
dell'Ipnosi ), era pronto ad un esercizio più autonomo. Comunque, il
suo lavoro non poteva prescindere dalla presenza di un induttore. Così,
volendo consegnare ai pazienti uno strumento che potesse essere utilizzato in
maniera completamente autonoma, elaborò il Traning autogeno.
Ci si rese conto, col tempo, che però esso era qualcosa di completamente
indipendente dall'ipnosi stessa. Infatti, mentre l'ipnosi è un fenomeno
suggestivo, nel T.A. è l'attenzione a prevalere.
Attenzione, dal latino 'ad tendere', cioè tensione verso qualcosa.
Freud distingue l'attenzione in "liberamente fluttuante" e "concentrata".
Nel primo caso, abbiamo un tipo di attenzione che "fluttua" nell'ambiente:
è come se entrassimo in una stanza buia con una candela accesa. Noi vedremmo
una luce soffusa che illuminerebbe gli oggetti più o meno con la stessa
intensità.
Nell'altro caso, invece, la concentrazione convoglia l'attenzione su di un oggetto
preciso: è come se entrassimo nella stanza buia con una torcia elettrica
in mano. L'oggetto illuminato è in primissimo piano ed il resto fa da
sfondo.
Il T.A., funziona giovandosi di quest'ultimo tipo di attenzione e la concentrazione
della persona è rivolta dentro di sé, ai vari distretti corporei.
I vantaggi del T.A., nel gruppo di esercizi elementari, sono di vario tipo.
Le
formule elementari sono sei più la formula di proponimento. Nei corsi
che noi proponiamo, gli incontri suggeriti sono però dieci. Negli ultimi
tre, infatti, possiamo deliberatamente proporre richiami al ciclo completo di
formule ed anche vere e proprie sedute di ipnosi, al fine di favorire un confronto
tra le due tecniche.
Il T.A., si basa su due principi psicofisiologici fondamentali: il principio
ideomotorio ed il principio di generalizzazione.
Il primo stabilisce che ad unidea può essere associato un movimento
muscolare, secondo il quale se io dico: pesantezza come piombo
,
il mio corpo, partendo dallesperienza, consolidata nel senso comune, del
concetto di piombo, diventa effettivamente pesante, poiché dal sistema
nervoso centrale parte lo stimolo che attiva il movimento muscolare, peraltro
impercettibile, in funzione della pesantezza (ricordiamo che il corpo è
perennemente in movimento, anche quando si dorme).
Il secondo, invece, stabilisce che se io dico: braccio destro pesante
come piombo
, dalla pesantezza del braccio dx, inizierà un
processo di generalizzazione per il quale la pesantezza passerà dal braccio
interessato a tutto il corpo. Questo succede anche se si verifica che, per effetto
paradossale, invece del braccio dx, si appesantisce la gamba sinistra.