I MURI E I CONFINI

I muri, i confini, le porte, le roccaforti.

I concetti che ci interessa significare hanno una relazione profonda con dinamiche psicologiche che si sviluppano nella nostra vita quotidiana e sono anche associabili ai "processi di difesa psicologica".

E' bene fare luce sulle differenze esistenti tra tali concetti perché spesso si fa confusione tra un termine ed un altro. Soprattutto perché mai come in questo caso le parole definiscono, diventando metafora della vita. Ci soffermeremo esclusivamente sui concetti di Muro e Confine confidando nel fatto che le altre definizioni rappresentano sinonimi delle stesse metafore.

Così identifichiamo IL MURO con la difesa insormontabile, abbastanza difficile da rimuovere. Esso può essere eretto a protezione della parte tenera interna, il "nucleo pulsante" che può aver subito una ferita in tempi remoti. Una volta eretto IL MURO può essere soltanto abbattuto per ripristinare il libero fluire dell'energia all'interno del proprio organismo (pulsazione) ed anche al fine di favorire l'espansione della coscienza.

IL CONFINE, invece, rappresenta il limite che noi possiamo definire, ad esempio, a protezione del proprio spazio vitale. Potremmo associarlo al concetto di assertività, in quanto, per difendere il proprio confine, è necessario "puntare i piedi". A differenza del muro il confine può essere oltrepassato. Al MURO potremmo associare la ROCCAFORTE, mentre al CONFINE associamo la PORTA.

Il CONFINE è simile al muretto a secco che solitamente definisce il campo di proprietà dei pastori (che può essere facilmente scavalcato), viceversa il MURO è muro, più alto e come già detto, insormontabile: è rapportabile alle cinta murarie delle roccaforti. Inoltre se riferiamo tutto il discorso al corpo umano, il CONFINE è rappresentato dalla pelle, la quale, per "nutrire" il nucleo pulsante deve essere "traspirante", al fine di favorire l'ingresso di stimoli provenienti dall'esterno e far uscire stimoli che dall'interno vengono proiettati al di fuori del corpo.

Allorché sotto lo strato di pelle, l'apparato muscolo-scheletrico, per un forte stato di tensione-contrattura, si ispessisce, si forma quella che si definisce armatura o corazza caratteriale, la quale, una volta instauratasi, è difficile da rimuovere, se non attraverso un intenso lavoro di "scioglimento dei nodi", proprio degli esercizi bioenergetici. In tal caso potremmo parlare di MURO INTERNO.

A volte confondiamo il CONFINE con il MURO e quindi se l'altra persona ci sta definendo il proprio spazio vitale, demarcando il confine, si può interpretare questa definizione come l'erezione del muro (cioè come un rifiuto) e quindi ci si allontana da questa persona e, rientrando nella "vecchia" ferita, si erige a propria volta un MURO, rendendo così quasi impossibile il riavvicinamento a quella persona.