Cominciamo con il considerare la coscienza una funzione, e non uno stato: ad esempio come la funzione di parlare. A seconda del bisogno si può parlare o tacere; analogamente, a seconda della situazione, si può essere o meno coscienti.

E' interessante notare come la coscienza sia strettamente legata a discorsi fra sé e sé che si fanno continuamente in nome del pensiero. E' anche interessante osservare che parlando trasmettiamo informazioni agli altri mentre la coscienza ha a che fare con il fatto di ricevere informazioni.

C'è una stretta connessione fra coscienza e attenzione, perché più prestiamo attenzione a una cosa e più ne siamo consapevoli.

    Lowen, Bioenergetica

 

La coscienza può essere associata al pensiero funzionale, distinguibile sia dal pensiero meccanicistico, troppo legato alla realtà materiale, che da quello mistico, troppo legato alla realtà spirituale.

Inoltre la coscienza è direttamente legata all'attenzione (tensione verso un oggetto) ed alla sensibilità percettiva: chi ha vista più chiara, udito più acuto, olfatto più fino, miglior gusto, ossia un grado più elevato di sensibilità percettiva, ha la coscienza che funziona ad un livello superiore rispetto all'individuo con sensibilità ridotta.

Attraverso l'analisi bioenergetica e gli esercizi ad essa legati, si rimuovono quelle tensioni (blocchi), che condizionano il libero fluire dell'energia propria del corpo, anestetizzando, così, i processi percettivi. Liberare il corpo dalle tensioni vincolanti, significa favorire i processi percettivi, permettendo una integrazione mente-corpo a livelli superiori.