IL CAMBIAMENTO

La libertà e il cambiamento, parenti stretti, "costano caro". Ovviamente non parliamo in termini economico-finanziari, semmai economico-energetico-esistenziali.

Due variabili influenzano e condizionano la scelta del CAMBIAMENTO: il "vecchio", cioè il nostro passato, in quanto seduttivo poiché familiare, da una parte, ed il "nuovo", cioè quello che il cambiamento dovrebbe determinare, che spaventa perché misterioso, dall'altra. Entrambi concorrono a determinare l'immobilismo: è troppo impegnativo cambiare e la persona non è disposta a pagare un prezzo così alto. Soprattutto se alle due variabili aggiungiamo la terza , che si associa alle prime due, ma che risulta anche più "insidiosa": il dolore per "la morte" di una parte di noi, quella che ci lega al nostro vecchio modo di essere. E l'elaborazione del lutto che ne deriva.

Se non diamo il giusto spessore al cambiamento, considerando quelle che sono le componenti coinvolte, tutto rimane uguale a prima. E parafrasando una nota poesia di Pablo Neruda "si muore lentamente", soprattutto dentro. Se si vuole cambiare bisogna "rimboccarsi le maniche" ed impegnarsi fino in fondo. Ed il coraggio diventa determinante per alimentare la motivazione, ed il movimento verso "il nuovo".